Rabbini

21 Tammuz 5784

Isaia (Yeshayà) da Trani (il Vecchio)

Rabbì Isaia (Yeshayà) di Rabbì Mali da Trani (il Vecchio), fu il maggiore talmudista in Italia nel tredicesimo secolo, nacque a Trani intorno all’anno 1180.

Fu in corrispondenza con i maggiori Posekìm del suo tempo, quali Rabbì Itzchàk da Vienna (autore dello “Or Zarùa‘”) e Rabbì Shemu’èl da Spira. Viaggiò in lungo ed in largo, recandosi a Venezia, a Verona, in Grecia ed in Israele.

Sue sono le “Tosefòt R.I.D.” su quasi tutti i trattati del Talmùd: un commento con studi innovativi espresso con profondità e competenza, specie nell’indicare la formulazione testuale più corretta, non esitando ad esprimere pareri discordi anche rispetto ai maggiori commentatori, o a rinnegare con onestà opinioni erronee da lui stesso esposte precedentemente.

Compose anche diversi responsi rituali a problemi emergenti dall’analisi del Talmùd; di essi una minima parte è stata stampata nei libri “Bet Nathàn” e “Sam Chayìm”, il resto si trova ancora manoscritto in varie biblioteche.

Dei suoi libri di argomento talmudico fu stampato “Il Sefèr ha-makhrìa‘” (Livorno 1789), nel quale fra l’altro ricorda diversi suoi testi che non ci sono pervenuti. Scrisse commenti alla Torà intitolati “Nimmuqìm”, di cui parte è riportata nel “Penè Davìd” del Ch.I.D.À. Ci è pervenuto qualche suo Piyùt.

È incerto l’anno della sua morte (da alcune fonti risulta che muore a Venezia nel 1250), ma è comunque antecedente al 1272, anno nel quale suo figlio, scrivendo di lui, aggiunge la formula in uso per i defunti “la memoria del giusto e santo sia in benedizione”.

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