Rabbini

21 Tammuz 5784

Ovadià Bertinoro

Ovadià Bertinoro (1445? – 1510?) nato in Romagna, fu chiamato Bertinoro (Bartenura dagli ashkenaziti) dal suo luogo di nascita o dalla cittadina da cui proveniva la famiglia. Studio nella Yeshivà di Rabbì Yosèf Colon (detto il Maharìk) del quale riporta alcuni insegnamenti nel suo commento alla Mishnà.

Parti da Città di Castello il 29 ottobre 1486 per andare a stabilirsi in terra d’Israele, dove arrivò il 25 marzo 1488. Nel corso del viaggio si soffermò a Napoli, Salerno, Palermo Messina, Rodi e anche in Egitto. Arrivato a Gerusalemme divenne il capo spirituale della comunità, rifece di Gerusalemme un importante centro di studio e si occupò dell’assistenza ai profughi cacciati dalla Spagna nel 1492.

Il suo commento alla Mishnà,  pubblicato a Venezia nel 1508, è in gran parte una sintesi dei commenti alla Mishnà di Rashì e del Maimonide e si distingue per chiarezza e semplicità.

Per questi motivi è diventato un commento classico stampato in tutte le edizioni della Mishnà. Oltre al commento succitato, fu pubblicato a Pisa nel 1810 un suo super commento al commento alla Torà di Rashì, chiamato “Amar Naké,  in aramaico farina pura.

Alcune sue opere vengono pubblicate  solamente alcuni secoli dopo la sua morte. Tra queste  abbiamo il libro “Darchè Tzion” ed il “Commento alle Cinque Meghillòt“.

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